Acqua PDF Stampa E-mail
Scritto da paolo geroldi   
Sabato 06 Marzo 2010 17:53

 

 

 

 ACQUA

Tre incontri per avvicinarla

 

Educazione scientifica alla scuola primaria. Belle parole.  Cosa fare, ma soprattutto COME fare per per praticarla?

 

Questione di stile

Una volta scelto il tema che deve essere (per quest'età) percebibile dai sensi ci si interroga sul come comportarsi. 

I due poli della contraddizione sono: far divertire i bambini rischiando di perdere di vista la crescita di sapere scientifico o farli annoiare presentando la scienza come un sapere già dimostrato rischiando di perdere la motivazione e il senso della scoperta continua.

      Affascinare i bambini e tenere d'occhio l a crescita del loro sapere scientifico richiede tempo, fatica e un atteggiamento tutt'altro che naturale da parte dell' insegnante-animatore.

   Fare rivivere la sorpresa di fenomeni a volte inattesi( senza darli per conosciuti) vuol dire saper fare domande, saper attendere risposte, essere pronti a seguire direzioni diverse da quelle programmate.

Nella vita scolastica non lo si può sempre fare.  Ma non perdiamo le occasioni in cui si può.

 

 

 

Alcune tecniche

 

Il brainstorming

Acqua.......,pioggia,elica,acqua minerale, nuotare, piscina, frane,...

tutti i bambini aggiungono parole "vissute" e che li toccano di più.   Otteniamo due grandi vantaggi:

- i bambini sono concentrati

- i bambini hanno un atteggiamento attivo verso quello che succederà

 

Lo spiazzamento

Cosa succede se buco una scatola di latta e la metto nell'acqua?    Va a fondo!

Se  faccio un buco nella vaschetta di polistirolo?     Va a fondo anche lei!

  Il ragionamento analogico, così come l'abitudine mentale vanno spiazzati da esperimenti adatti.

 

L'esperimento aperto

Il primo esperimento, così come il tema, così come la prima domanda è dell' insegnante.   Ma proprio perchè il percorso è aperto e le risposte sono imprevedibili, le domande successive sono in relazione alle ipotesi dei bambini e devono seguire il loro percorso.

   

 

IL PERCORSO

 

Alla fine del primo incontro una bambina dice:  " Ma voi siete veri scienziati! "    L'animatrice:   "Siamo tutti veri scienziati.

 Anche tu quando guardi qualcosa che non conosci e ti sforzi di capirlo."

 

1° incontro: Terreni permeabili e impermeabili  (Falde, sorgenti, frane, canali)

 

Dopo il  brain storming passiamo ad un  esperimento-clownerie stimolato dalla domanda : l'acqua bagna?

Prendiamo il solito volontario lo mettiamo in un recipiente e facciamo il gesto di annaffiarlo.  Lui rifiuta, gli costruiamo un cappello di carta, rifiuta e lo rivestiamo con un sacco di plastica.     E' chiaro a tutti che la plastica è impermeabile.         Passiamo all'esperimento successivo.   Sopra una rete di plastica mettiamo prima ghiaia, poi sabbia, infine terra(humus).

L'acqua filtra seppur con velocità diverse.

La stessa prova facciamola con la creta.

Ci accorgiamo che l'acqua non passa. Esistono degli strati del  terreno in cui l'acqua passa e altri in cui non passa. Quelli in cui non passa sono impermeabili. A questo punto i bambini esigono l'esperimento con un pezzo di plastica che conferma le loro ipotesi.

 

Viene presentato un modello di pendio in cartone con uno strato di argilla rivestito di muschio.  Viene fatta la domanda: dove va a finire la pioggia che cade su un prato?      Le risposte sono varie ma qualcuno azzarda già che "va giù ma poi fa dei fiumi sotto". 

Innaffiamo il pendio col muschio, l'acqua "sparisce", ma poi riappare nella sorgente più in basso. Il muschio del modello rallenta e regolarizza il flusso d'acqua nè più nè meno come fanno nella realtà i prati e i boschi.

 

Ma quando l'uomo disbosca e costruisce senza riflettere..... (togliamo il muschio e lasciamo la sabbia)

ci sono le frane e le case vengono portate via come vediamo nel modellino e anche in questi giorni alla tv.

L'acqua, che abbiamo visto sgorgare dalla sorgente, può essere immessa negli acquedotti dai quali entra nelle nostre case, o  nei canali per irrigare i campi.

 

 

 

 

Finalmente si usano le mani......

 

          

 

Ogni gruppo inventa forme di acquedotti diversi in modo libero con la regola che però non perdano acqua  lungo il percorso...

 

 

 

 

 

 

 

 

L'ansia della prova dell'innaffiatoio ...  e la gioia finale!

 

 

 


Secondo incontro: i vasi comunicanti


C'èuna bottiglia tagliata collegata ad un'altra bottiglia da un tubo. Una un po' più alta e una un po' più bassa.                                   Un bambino tiene la prima un po' alzata, il secondo la seconda un po' più bassa, ad un terzo si chiede di riempire la più alta fino ad un certo segno fatto col pennarello.


 

 

I bambini scoprono presto che è una delle due richieste impossibili.   L'altra è quella di fare inclinare l'acqua quando si inclinqa la bottiglia.    Questi passaggi servono a creare una sorta di rapporto diretto con la fisicità dell'esperimanto senza intralci dovuti al pensiero abitudinario o all'animismo così presenti in quest'età.         I bambini cercano poi soluzioni nuove...     "proviamo a mettere al contrario le bottiglie"  ...."però se metti tre bottiglie"....tutte le richieste sono sperimentate e davvero si arriva alla conclusione che la superficie dell'acqua è "piatta".     Collettivamente arriviamo alla parola orizzontale.

 

 

L'energia dell'acqua

Stabilito empiricamente che l'acqua tende a sistemarsi orizzontalmente, stabiliamo anche  che in condizioni normali tende a scendere verso il basso.  In questa discesa produce dell' energia.

Prendiamo un bicchiere di plastica, pratichiamo tre fori, ci sistemiamo tre cannucce inclinate e lo sospendiamo con un filo in modo che possa ruotare liberamente.

 

Riempiamo il bicchiere  e .....................

L'acqua nell'uscire  dai tre fori produce una reazione sul bicchiere che si mette a girare,  abbiamo costruito un semplice motore ad ad acqua.

E' venuto il momento di produrre vera energia idraulica per poi trasformarla in elettrica.

 

Si costruiscono delle turbine con materiali di risulta.  Si collega con una piccola dinamo, si va sotto un rubinetto  ed......ecco la luce!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

terzo incontro: il galleggiamento

 

E'  venuto il momento di far davvero galleggiare le nostre piccole barche, cariche cariche di...      gioia e di  stupore.  

Ma cosa galleggia e cosa no?

  Proviamo:   la pietra no, il legno  sì,  il polistirolo sì, il ferro no,..........

     e la pallina di pongo?     No.       E il barattolo di "ferro"?  Sì.    Ma il ferro va a fondo.  Sì ma.........proviamo a fare dei buchi sul fondo. Va a  fondo.       Bene,  proviamo a far galleggiare anche il pongo dandogli una forma di barchetta.       Sta a galla.    Perchè c'è l'aria.....

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Con pongo, stucco e creta ci si diverte a fare barchette galleggianti con materiali più pesanti dell'acqua.

     Ma passiamo ora alla costruzione della barca tipica del lago d'Iseo: il Naet.

Ci scaldiamo i muscoli con una barca-origami, osserviamo il modello di cartone e si comincia.

si ritagliano i pezzi

 

 

 

 

 

 

si mettono assieme,   si rivestono di nastro adesivo Avana e si decorano con nastro colorato da elettricisti

 

 

 

 

La nostra flotta è pronta e la gioia del risultato sbocciato dalle mani dei bambini è attenuata solo dal fatto che è venuta l'ora di salutarci.     Una bella esperienza credo per tutti...    per noi di sicuro.

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento Mercoledì 12 Maggio 2010 11:26